Luigia Bressan, laureata in psicologia, ha studiato a lungo i sogni e ha approfondito l'immagine mentale presso il CISSPAT. Ha tenuto a Padova dei corsi sull'interpretazione dei sogni.
I SOGNI: LETTURA PSICOLOGICAIl messaggio del sogno
A chi non è capitato di raccontare un sogno al proprio compagno, ad un familiare, ad un’amica? E la cosa finisce lì, perché il sogno ci appare indecifrabile, assurdo. Eppure come ci piacerebbe capirci qualcosa, dare significato ad un frammento di questo discorso sconclusionato e folle! È come se avessimo un interlocutore che ha qualcosa di personale da dirci, qualcosa che ci riguarda, ma non riusciamo a comprenderlo. Questo interlocutore è dentro di noi, siamo noi stessi, un lato di noi. L’interpretazione dei sogni è un’interpretazione, dunque un’attività soggettiva. Persone diverse possono dare un’interpretazione diversa. Le chiavi di lettura sono varie e questo provoca lo sconcerto e il rifiuto dello scienziato rigoroso. Ma proprio in questa apertura di possibilità interpretative sta la ricchezza del sogno. Il simbolo è polivalente e non può essere ridotto a mero segno, dunque l’interpretazione non è mai una traduzione, ma piuttosto un lavoro aperto, un’arte che resta sempre parzialmente incompiuta. Come possiamo sapere se un’interpretazione è quella "giusta"? A mio modo di vedere, non è questione di esattezza o meno, non siamo in ambito matematico, si tratta, piuttosto, di dare un’interpretazione significativa, cioè un’interpretazione che risulta utile, interessante, che coglie qualcosa che viene sentito come reale e personale. Tra i più antichi interpreti di sogni, ricordiamo Artemidoro (II secolo a. C.) che scrisse un’opera che può essere considerata, in un certo senso, il modello di tanti successivi libri dei sogni popolari. Questi semplificano troppo l’interpretazione, offrendo formule stereotipate che dovrebbero valere per tutte le persone. Invece bisogna sempre tenere conto della situazione di vita del sognatore, delle sue associazioni di idee. Infatti un sogno non si potrà mai ben interpretare senza l’aiuto del sognatore, cioè senza che questi ci fornisca degli elementi. Un simbolo può rivestire significati molto diversi da un sognatore ad un altro, da una circostanza ad un’altra. Se una persona sogna un tavolino da giardino, dobbiamo capire cosa significhi quel tavolino per quel sognatore, chiedendogli le sue associazioni. Per esempio, noi non sappiamo se quel dato tavolino sognato dal soggetto si collega con un preciso episodio della sua vita: magari è associato, ad esempio, ad una grave discussione con il padre svoltasi presso quel tavolino del giardino. Quel tavolino diventa per lui il simbolo della sua conflittualità con il padre o con le figure autorevoli. |
SogniE-BOOK PDF a 10 euro; 170 pagine formato grande A4, la prima parte riguarda i consigli sull'interpretazione, la seconda parte è costituita dal dizionarietto dei simboli onirici. Spedizione via mail.
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Il messaggio del sogno Associazioni di idee Il sognatore Persone e animali Emozioni Il linguaggio onirico Luogo, spazio, direzioni Aria, acqua, terra e fuoco La casa, dimora interiore Numeri: le tappe della vita Il corpo e il vestito Il cibo e gli appetiti Più che un sogno Bibliografia Dizionarietto simboli onirici |
L’aiuto delle associazioni del sognatore è quindi sempre molto prezioso. L’esempio relativo al tavolo rientra in quella categoria di simboli che sono definiti "individuali" o "accidentali", cioè si tratta di simboli che sono specifici di una data persona perché appartengono alla sua storia individuale, si collegano a delle circostanze accidentali specifiche. Esistono poi anche simboli universali, cioè comuni a tutti gli uomini. Bisognerà tenere ben presente che il "dizionario dei simboli" va inteso come una serie di suggerimenti che devono essere adattati caso per caso, non come formule da applicare meccanicamente, in quanto che ogni sogno è collegato strettamente con la personalità del sognatore.
Nel dizionario dei simboli, potremo ovviamente trattare soltanto i simboli universali, mentre quelli individuali sono scoperti solo con le associazioni del sognatore stesso.
Non è l’io conscio e vigile a creare il sogno, ma un’altra parte di noi che può essere variamente denominata, ma che, in sostanza, fa riferimento ad un lato di noi diverso e che volentieri siamo tentati di definire con un termine impersonale, come "esso" (Es, Sé), in quanto altro, diverso. È qualcosa che fa parte di noi, ma che sa qualcosa più di noi, che rivela una dimensione impersonale, pur essendo, al tempo stesso, parte di noi. Mentre sogniamo, non pensiamo di essere noi a creare il sogno, ne siamo totalmente immersi, come se si trattasse di un’esperienza reale, siamo calati dentro una sorta di allucinazione.
Il sogno può avere la funzione di informare, cioè di correggere l’ignoranza della coscienza rispetto a certe realtà. Può avere la funzione di ridurre, di ridimensionare le esagerazioni del comportamento. Ma riveste anche una funzione prospettica, cioè il sogno esamina il futuro, stimola verso l’evoluzione, cerca soluzioni ai problemi attuali, addita gli ostacoli e i pericoli da evitare, prospetta vie d’uscita.
Il sogno ci offre una specie di bilancio della nostra situazione attuale. Raramente interrompiamo i nostri impegni quotidiani per riflettere e per meditare; in genere siamo così assorbiti dal flusso quotidiano degli impegni e delle azioni che non abbiamo modo di fermarci a riconsiderare il nostro comportamento e la nostra situazione esistenziale. Quando trascuriamo troppo a lungo di fare questo, i sogni ci mettono di fronte ad un bilancio della nostra situazione, ci dicono a che punto siamo, ci aprono gli occhi su noi stessi.
Il sognatore compare sempre nel sogno
Un fatto basilare è da tenere sempre in considerazione: anche se non dovesse comparire direttamente, il sognatore è sempre raffigurato, come un’altra persona o come un animale o addirittura come un oggetto, ad esempio una casa. Anzi, capita che il sognatore si sdoppi e si moltiplichi in due o più personaggi, che raffigurano lati diversi del sognatore stesso. In effetti, il sogno è, per così dire, egocentrico, parla sempre di noi stessi, di qualche aspetto della nostra vita. Quando dormiamo, escludiamo il mondo esterno e sprofondiamo in noi stessi. Anche se il sogno dovesse essere breve e senza personaggi, il sognatore vi è comunque raffigurato, in modo simbolico.
Quando il sognatore sembra spettatore passivo di una scena che si svolge davanti ai suoi occhi, dentro a quella scena ci sarà qualcuno o qualcosa che lo raffigura.
Il sognatore può essere rappresentato da un animale (un gatto, una tigre, un cagnolino, ecc.). Può essere rappresentato anche da un oggetto. La casa è una frequente raffigurazione della personalità: le varie parti della casa (il tetto equivalente alla testa, ecc.) rappresentano i vari aspetti di noi stessi. Una donna sognò un tappetino consumato. Quel tappetino era lei: si trattava di una donna depressa, priva di energie, portata a svalutarsi. Diciamo meglio che il tappetino era una metafora della sua vita di quel periodo.
Anche quando il sognatore stesso già compare nel sogno, non è da escludere che altre persone o animali lo rappresentino ancora: il sognatore può comparire nel sogno non solo sotto l’aspetto di una, ma anche sotto l’aspetto di parecchie persone, che raffigurano tendenze diverse che coabitano in lui.
Analizziamo una parte di un sogno, riportato da W. Bonime "Uso clinico dei sogni", Boringhieri, partendo dal racconto del sognatore. "Passeggiavo nella strada di una località di soggiorno estivo. La strada era molto affollata. Tutti erano molto contenti, molto allegri. A gruppi andavano a qualche trattenimento. Io non sono con nessuno e non vado in nessun posto. Sono su una gradinata e osservo la gente che passa. Arnold, un mio caro amico, è là con un apparecchio fotografico. Mi fa dei segni, vuole prendermi una fotografia. Un uomo sembra mettersi apposta davanti a me, cerco di allontanarlo. Quando si volta, vedo che è un altro mio caro amico, uno che si suicidò qualche anno fa. Arnold incomincia ad indietreggiare per mettermi a fuoco...".
Troviamo tre personaggi: il sognatore stesso, un suo amico fotografo e un amico suicida. In realtà, anche questi due altri personaggi rappresentano il sognatore stesso, alcuni aspetti di lui. Il sogno può essere compreso solamente conoscendo la situazione del sognatore, la sua vita e le sue associazioni di idee. Il soggetto è un quarantenne che si è sottoposto ad analisi. Nei quindici anni precedenti, ha subito una serie continua di fallimenti economici. Al momento del sogno, era molto abbattuto perché non aveva ottenuto un prestito che gli occorreva per avviare una nuova impresa. Nelle associazioni, disse che aveva paura del futuro, negli ultimi tempi era stato molto depresso. Si sentiva solo; nel sogno tutti erano allegri e contenti ed andavano ad una festa, mentre lui era solo e non andava da nessuna parte.
L’analista giunse ad interpretare che il suo paziente, nel sogno, era rappresentato da tre individui. Uno è chiaramente il paziente stesso, senza modifiche, il secondo è il fotografo, il terzo l’amico morto suicida. Nel sogno, il soggetto cerca di allontanare il suicida cioè cerca di allontanare da sé le idee suicide, mentre, come fotografo, sta facendo una fotografia di se stesso (osservazione si sé), cioè sta analizzando la sua situazione, sta cercando di capirsi. Come fotografo, mette al centro dell’attenzione se stesso e, contemporaneamente, esclude dalla foto l’amico suicida, cioè elimina dalla propria consapevolezza la propensione al suicidio collegata con la sua depressione.
Personaggi professionali
Certi personaggi compaiono nel sogno perché la loro professione simboleggia qualcosa che riguarda la situazione del sognatore. Ogni professione rappresenta un determinato compito da adempiere nella vita, raffigura una funzione, dipinge un certo tipo di rapporto con il mondo circostante. Il personaggio professionale del sogno indica che bisogna potenziare un dato aspetto della nostra personalità, tener conto di una certa funzione, allo scopo di riequilibrare il nostro comportamento.
Il capitano, il pilota, la guida di montagna rivestono una funzione di guida, rappresentano quell’aspetto di noi che è la volontà, la coscienza, la decisione. Ci suggeriscono che dobbiamo dare una direzione alla nostra esistenza, che dobbiamo prendere in considerazione una meta per il viaggio della vita, che dobbiamo cambiare strada o iniziare un’evoluzione, uscendo da un periodo di stasi.
Il parrucchiere mette ordine nei capelli che rappresentano la nostra istintualità. Forse è ora di domare certi impulsi, di adattarsi alle richieste della società. A volte, rappresenta lo psicanalista che mette ordine nella nostra testa... [continua nel libro elettronico]. Copyright Luigia Bressan 1999
Nel dizionario dei simboli, potremo ovviamente trattare soltanto i simboli universali, mentre quelli individuali sono scoperti solo con le associazioni del sognatore stesso.
Non è l’io conscio e vigile a creare il sogno, ma un’altra parte di noi che può essere variamente denominata, ma che, in sostanza, fa riferimento ad un lato di noi diverso e che volentieri siamo tentati di definire con un termine impersonale, come "esso" (Es, Sé), in quanto altro, diverso. È qualcosa che fa parte di noi, ma che sa qualcosa più di noi, che rivela una dimensione impersonale, pur essendo, al tempo stesso, parte di noi. Mentre sogniamo, non pensiamo di essere noi a creare il sogno, ne siamo totalmente immersi, come se si trattasse di un’esperienza reale, siamo calati dentro una sorta di allucinazione.
Il sogno può avere la funzione di informare, cioè di correggere l’ignoranza della coscienza rispetto a certe realtà. Può avere la funzione di ridurre, di ridimensionare le esagerazioni del comportamento. Ma riveste anche una funzione prospettica, cioè il sogno esamina il futuro, stimola verso l’evoluzione, cerca soluzioni ai problemi attuali, addita gli ostacoli e i pericoli da evitare, prospetta vie d’uscita.
Il sogno ci offre una specie di bilancio della nostra situazione attuale. Raramente interrompiamo i nostri impegni quotidiani per riflettere e per meditare; in genere siamo così assorbiti dal flusso quotidiano degli impegni e delle azioni che non abbiamo modo di fermarci a riconsiderare il nostro comportamento e la nostra situazione esistenziale. Quando trascuriamo troppo a lungo di fare questo, i sogni ci mettono di fronte ad un bilancio della nostra situazione, ci dicono a che punto siamo, ci aprono gli occhi su noi stessi.
Il sognatore compare sempre nel sogno
Un fatto basilare è da tenere sempre in considerazione: anche se non dovesse comparire direttamente, il sognatore è sempre raffigurato, come un’altra persona o come un animale o addirittura come un oggetto, ad esempio una casa. Anzi, capita che il sognatore si sdoppi e si moltiplichi in due o più personaggi, che raffigurano lati diversi del sognatore stesso. In effetti, il sogno è, per così dire, egocentrico, parla sempre di noi stessi, di qualche aspetto della nostra vita. Quando dormiamo, escludiamo il mondo esterno e sprofondiamo in noi stessi. Anche se il sogno dovesse essere breve e senza personaggi, il sognatore vi è comunque raffigurato, in modo simbolico.
Quando il sognatore sembra spettatore passivo di una scena che si svolge davanti ai suoi occhi, dentro a quella scena ci sarà qualcuno o qualcosa che lo raffigura.
Il sognatore può essere rappresentato da un animale (un gatto, una tigre, un cagnolino, ecc.). Può essere rappresentato anche da un oggetto. La casa è una frequente raffigurazione della personalità: le varie parti della casa (il tetto equivalente alla testa, ecc.) rappresentano i vari aspetti di noi stessi. Una donna sognò un tappetino consumato. Quel tappetino era lei: si trattava di una donna depressa, priva di energie, portata a svalutarsi. Diciamo meglio che il tappetino era una metafora della sua vita di quel periodo.
Anche quando il sognatore stesso già compare nel sogno, non è da escludere che altre persone o animali lo rappresentino ancora: il sognatore può comparire nel sogno non solo sotto l’aspetto di una, ma anche sotto l’aspetto di parecchie persone, che raffigurano tendenze diverse che coabitano in lui.
Analizziamo una parte di un sogno, riportato da W. Bonime "Uso clinico dei sogni", Boringhieri, partendo dal racconto del sognatore. "Passeggiavo nella strada di una località di soggiorno estivo. La strada era molto affollata. Tutti erano molto contenti, molto allegri. A gruppi andavano a qualche trattenimento. Io non sono con nessuno e non vado in nessun posto. Sono su una gradinata e osservo la gente che passa. Arnold, un mio caro amico, è là con un apparecchio fotografico. Mi fa dei segni, vuole prendermi una fotografia. Un uomo sembra mettersi apposta davanti a me, cerco di allontanarlo. Quando si volta, vedo che è un altro mio caro amico, uno che si suicidò qualche anno fa. Arnold incomincia ad indietreggiare per mettermi a fuoco...".
Troviamo tre personaggi: il sognatore stesso, un suo amico fotografo e un amico suicida. In realtà, anche questi due altri personaggi rappresentano il sognatore stesso, alcuni aspetti di lui. Il sogno può essere compreso solamente conoscendo la situazione del sognatore, la sua vita e le sue associazioni di idee. Il soggetto è un quarantenne che si è sottoposto ad analisi. Nei quindici anni precedenti, ha subito una serie continua di fallimenti economici. Al momento del sogno, era molto abbattuto perché non aveva ottenuto un prestito che gli occorreva per avviare una nuova impresa. Nelle associazioni, disse che aveva paura del futuro, negli ultimi tempi era stato molto depresso. Si sentiva solo; nel sogno tutti erano allegri e contenti ed andavano ad una festa, mentre lui era solo e non andava da nessuna parte.
L’analista giunse ad interpretare che il suo paziente, nel sogno, era rappresentato da tre individui. Uno è chiaramente il paziente stesso, senza modifiche, il secondo è il fotografo, il terzo l’amico morto suicida. Nel sogno, il soggetto cerca di allontanare il suicida cioè cerca di allontanare da sé le idee suicide, mentre, come fotografo, sta facendo una fotografia di se stesso (osservazione si sé), cioè sta analizzando la sua situazione, sta cercando di capirsi. Come fotografo, mette al centro dell’attenzione se stesso e, contemporaneamente, esclude dalla foto l’amico suicida, cioè elimina dalla propria consapevolezza la propensione al suicidio collegata con la sua depressione.
Personaggi professionali
Certi personaggi compaiono nel sogno perché la loro professione simboleggia qualcosa che riguarda la situazione del sognatore. Ogni professione rappresenta un determinato compito da adempiere nella vita, raffigura una funzione, dipinge un certo tipo di rapporto con il mondo circostante. Il personaggio professionale del sogno indica che bisogna potenziare un dato aspetto della nostra personalità, tener conto di una certa funzione, allo scopo di riequilibrare il nostro comportamento.
Il capitano, il pilota, la guida di montagna rivestono una funzione di guida, rappresentano quell’aspetto di noi che è la volontà, la coscienza, la decisione. Ci suggeriscono che dobbiamo dare una direzione alla nostra esistenza, che dobbiamo prendere in considerazione una meta per il viaggio della vita, che dobbiamo cambiare strada o iniziare un’evoluzione, uscendo da un periodo di stasi.
Il parrucchiere mette ordine nei capelli che rappresentano la nostra istintualità. Forse è ora di domare certi impulsi, di adattarsi alle richieste della società. A volte, rappresenta lo psicanalista che mette ordine nella nostra testa... [continua nel libro elettronico]. Copyright Luigia Bressan 1999
Un sogno riportato da FreudRiferisco qui un sogno riportato da Freud. Non ne parlo nel mio testo "Sogni", ma ho voluto inserirlo qui.
Freud ha avuto occasione di occuparsi di certi sogni che apparivano telepatici. Ad esempio, un uomo intelligente e per nulla credulone manda a Freud un sogno curioso, precisando che sua figlia che viveva lontano da lui attendeva per metà dicembre il suo primo parto. Era molto legato a questa figlia. Nella notte fra il 16 e il 17 novembre, sognò che sua moglie (la seconda moglie, quindi matrigna della figlia di cui si è detto) ha messo al mondo due gemelli. In realtà, questo uomo non desidera avere figli dalla seconda moglie e anzi non ha più rapporti sessuali con lei. Perché il sogno, in pieno contrasto con i suoi desideri, fa partorire dei bambini alla seconda moglie? A parte questo interrogativo (sappiamo che non dobbiamo fermarci al contenuto apparente, detto anche manifesto, del sogno) l’uomo fu indotto a comunicare il sogno dal fatto che la mattina del 18 novembre ricevette un telegramma, spedito il giorno prima, con la notizia che la figlia aveva partorito due gemelli. Il parto aveva avuto luogo proprio nella notte dal 16 al 17 novembre, circa alla stessa ora in cui era stato fatto un sogno. Fra il sogno e l’avvenimento reale c’è un’unica differenza, rappresentata dalla persona che partorisce: la seconda moglie nel sogno, la figlia nella realtà. Freud interpreta questo spostamento di persone (meccanismo tipico e molto frequente nei sogni) nel modo seguente: il sognatore non è soddisfatto della seconda moglie e preferirebbe avere una moglie simile alla figlia tanto amata, una moglie "come" sua figlia. Il linguaggio dell’inconscio traduce questo "come" in un’immagine: nel sogno la moglie è diventata incinta come la figlia, cioè la moglie è diventata la figlia o, il che è lo stesso, la figlia è diventata moglie. Apparentemente giunge il messaggio telepatico che la figlia ha partorito due gemelli. Il lavoro del sogno si impossessa di questa notizia e fa agire su di essa il desiderio inconscio di mettere la figlia al posto della seconda moglie, in tal modo si forma il sogno che rivela il desiderio ed altera la notizia. Tuttavia, per Freud, non è detto che si tratti proprio di telepatia, è possibile che i pensieri dell’uomo fossero di questo tenore: "Oggi è il giorno in cui dovrebbe aver luogo il parto, se mia figlia si è sbagliata di un mese nel suo calcolo; il suo aspetto, quando l’ho vista l’ultima volta, era già tale come se dovesse avere due gemelli". Per Freud il sogno potrebbe essere stato provocato da supposizioni ben fondate da parte del sognatore e non da una notizia telepatica. Quindi Freud non si pronuncia in modo deciso sull’esistenza o meno della telepatia, pur avendo avuto occasione di studiare vari sogni apparentemente telepatici. Ammette che l’ipotesi della telepatia darebbe la spiegazione più semplice, ma i ricorda che la spiegazione più semplice non sempre è quella giusta. |
Psicologia: fortuna e sfortuna
Gli psicologi studiano le differenze di personalità tra chi si ritiene fortunato e chi si ritiene sfortunato. Leggi: Psiche. Il tuo animale, il tuo colore
Pensa ad un animale e associa a questo animale almeno tre aggettivi. Scrivili, altrimenti te li dimentichi. Pensa ad un colore che ti piace e associa tre aggettivi al colore, scrivili. Ora passiamo alle forme dell’acqua. Immagina una forma dell’acqua, ad esempio il ruscello, il mare, il fiume, una cascata, un lago, una piscina o che ne so, sta a te immaginare. Scrivi, come al solito, almeno tre aggettivi associati. Per il risultato, vai alla pagina "risposta interiore", e leggi il risultato dopo l'immagine. Il simbolo del cerchio
Cerchio: perfezione, completezza, una delle figure più suggestive e pregnanti nella simbologia, esprime unione, totalità, ma anche possibilità evolutive, perché è come ... Leggi: il cerchio, simbolo dell'infinito, di Luigia Bressan. |